Ad aprile 2015 è avvenuto il lancio da parte di Microsoft di Skype Translator in italiano, uno strumento che mira a consentire agli utenti Skype di scavalcare gli ostacoli linguistici tramite l’interpretazione simultanea operata dalla piattaforma, in base alla voce dei parlanti.
Che si vada verso una forte informatizzazione della traduzione e dell’interpretariato è ormai chiaro da tempo, in quanto assistiamo alla creazione, da parte di colossi come Google, di strumenti di Machine Translation come Google Translate, che di Skype Translator è l’omologo per i testi scritti.
Da sempre la figura dell’interprete e del traduttore ha costituito il ponte necessario per svolgere qualsiasi comunicazione, particolarmente a livelli alti come negoziati politici, trattative economiche o confronti istituzionali di ogni livello. Questo perché un interprete non conosce solo le lingue, ma soprattutto le culture che queste lingue portano. Così come un traduttore può, analizzando e comprendendo il contesto culturale del testo che ha di fronte, evitare i classici lost in translation e pitfall che ogni traduzione ha intrinsecamente in sé.
La vera sfida per società come Arkadia Translations è costituire per i nostri clienti un ponte da percorrere per raggiungere chiunque sia “dall’altra parte”, attraverso professionisti, servizi qualificati e dedicati: l’obiettivo è aiutarli nel mondo lavorativo, sempre più globale e multiculturale, in cui si trovano a operare.
Se riusciamo a farli parlare con la “voce” del loro interlocutore, allora susciteranno molta più empatia in lui e avranno maggiori chance di cogliere le opportunità che cercano.
E voi cosa ne pensate di questa sfida? Riuscirà in campo linguistico la digitalizzazione a rispondere alle esigenze di multiculturalità di persone provenienti da remoti angoli del mondo? Oppure saranno operazioni
umane, troppo umane
per essere svolte da “freddi” sistemi informatici?