Chi ha bisogno di una traduzione di documenti legali si trova spesso a che fare con offerte di servizi linguistici che anziché aiutare, confondono: traduzione giuridica, traduzione legale, traduzione legalizzata, traduzione giurata, traduzione asseverata, traduzione giudiziaria…
Chiariamo subito un concetto: per capire le differenze fra questi termini bisogna considerare:
I termini non sono mutuamente esclusivi, ma nemmeno intercambiabili. La traduzione legale e la traduzione legalizzata per esempio hanno caratteristiche in comune, ma possono essere complementari.
Un atto costitutivo di una società è un esempio di traduzione legale che, allo stesso tempo, potrebbe richiedere un timbro per essere “legalizzato” se si ha bisogno di convalidarlo in un altro paese.
Per cominciare, quando si usa l’aggettivo “legale”, in modo un po’ vago si vuole semplicemente indicare un tipo di traduzione specializzata, cioè una traduzione che richiede competenze e conoscenze di diritto e del settore giuridico.
I testi oggetto di traduzione legale sono quasi sempre documenti di natura legale o giuridica.
Per questo motivo, il fornitore di traduzioni legali non solo deve conoscere perfettamente la tipologia di questi testi, i loro aspetti formali, la terminologia e le caratteristiche dell’ordinamento giuridico, sia nella lingua di partenza che in quella di arrivo, ma deve anche contare su un’equipe di esperti in diritto comparato e diritto internazionale.
Quindi, abbiamo sciolto il primo dubbio: traduzione legale = traduzione giuridica = traduzione di testi dell’ambito giuridico o del diritto.
Quella che comunemente viene definita “traduzione giurata”, in Italia si definisce “asseverazione”, ed è la procedura per cui si attesta la veridicità di una traduzione rispetto al suo originale.
In alcuni paesi esiste la figura del “traduttore giurato”, ma non in Italia. Da noi c’è qualcuno che “assevera”, ossia dichiara, garantisce, che la traduzione corrisponde al suo originale.
Quindi, traduzione giurata = traduzione asseverata (in Italia).
La procedura esatta per l’asseverazione cambia da Tribunale a Tribunale. Molti tribunali consentono l’asseverazione soltanto ai traduttori iscritti come periti all’Albo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio, iscrizione che si ottiene in vari modi, ma generalmente dopo aver superato alcuni esami di idoneità previsti dal Tribunale stesso. In questo caso, il traduttore giurato è considerato alla stregua di un esperto al servizio del giudice.
A seconda del paese che richieda la traduzione giurata cambia anche l’interlocutore, poiché la traduzione giurata è regolamentata da ciascun paese a livello nazionale e a volte persino a livello regionale, quando sono presenti diverse lingue ufficiali.
Per esempio in Spagna, dove oltre allo spagnolo (castigliano) ci sono altre tre lingue ufficiali (catalano, basco e galiziano), l’Ufficio dell’Interpretazione delle lingue (OIL, Oficina de Interpretación de Lenguas), che dipende dal Ministero degli Esteri, definisce una traduzione o un’interpretazione giurata come una traduzione o un’interpretazione effettuata da un traduttore o un interprete accreditato da un’istituzione competente riconosciuta (università, pubblica amministrazione, associazione o ente) sia oralmente (un’interpretazione) che per iscritto (ad esempio, di un contratto di lavoro o di un certificato di nascita) di natura ufficiale, che attesta la veridicità, l’esattezza e la qualità della traduzione risultante rispetto al documento originale.
Traduttore giurato, traduttore asseverato, traduttore certificato, traduttore ufficiale, traductor jurado, traductor público, traductor oficial, sworn translator, traducteur assermenté… sono diversi modi di definire nelle varie lingue la persona che presta questo servizio.
In un certo senso la figura del traduttore giurato è assimilabile a quella del notaio, poiché entrambi hanno la funzione di ufficializzare atti pubblici. Il traduttore attesta l’esattezza nell’ambito linguistico, poiché la sua funzione è quella di testimoniare che la traduzione da lui effettuata in una lingua diversa da quella del documento originale è fedele, nella sua interezza, nella lingua di destinazione.
È importante a questo punto sottolineare che, per ragioni di etica professionale, il traduttore giurato attesta solo la traduzione che egli stesso ha prodotto.
Un’altra caratteristica che differenzia una traduzione giurata da una traduzione legale è il tipo di documento: qualsiasi tipo di testo può essere oggetto di una traduzione giurata, se richiede l’autenticazione per essere valido.
Una traduzione giurata conferisce valore legale alla traduzione di qualsiasi documento originale. Di conseguenza, e a titolo di esempio, si possono “giurare” certificati rilasciati dalla pubblica amministrazione, contratti, convenzioni, dichiarazioni, ma anche certificati medici, cartelle cliniche, curriculum accademici, che non sono testi dell’ambito giuridico.
Per garantire la fedeltà e l’accuratezza della traduzione, i traduttori giurati timbrano ogni pagina (e in alcuni paesi sono anche numerate), e alla fine della traduzione aggiungono una formula di autenticazione, con firma e timbro. Si tratta di un elemento formale che deve essere seguito alla lettera per garantirne la veridicità.
Se in Italia è bene affidarsi a un’agenzia di traduzione competente in materia, se la traduzione giurata è richiesta per l’estero, bisogna considerare che ogni paese ha una procedura unica per la certificazione dei propri traduttori.
Una traduzione giurata o asseverata non è però equivalente a una traduzione legalizzata.
Quando di un documento deve essere riconosciuto il valore legale della traduzione, allora si parla di “traduzione legalizzata”.
È il caso tipico dei certificati di nascita, dei certificati di matrimonio, dei titoli di studio, etc. che devono essere presentati alle autorità di un paese diverso da quello in cui sono stati emessi.
In questi casi un traduttore giurato da solo non è sufficiente, e non sempre è necessario.
Non è necessaria la traduzione se la documentazione straniera è scritta nella stessa lingua del paese in cui deve essere presentata. Ad esempio un certificato rilasciato pubblica amministrazione italiana non dovrà essere tradotto in italiano svizzero per poter essere presentato nel Canton Ticino, o un atto di nascita argentino in Spagna.
Allo scopo di semplificare le procedure di legalizzazione, è stato introdotto un metodo semplificato: la cosiddetta apostille dell’Aja. Consiste essenzialmente in un foglio aggiunto sul retro di un documento o alla fine di una pagina allegata che verifica l’autenticità della firma apposta sul documento e la qualità in cui l’autorità che firma il documento ha agito.
La traduzione giudiziaria è quella che fa parte di un processo giudiziario. Per questo motivo, possiamo dire che, sebbene i testi con cui si lavora siano in larga misura di natura legale, è comune che si riferisca anche a testi che non hanno questo carattere, ma che sono inclusi nel fascicolo giudiziario, come dichiarazioni, documentazione, analisi cliniche o psicologiche, trascrizioni di intercettazioni telefoniche, etc. Lo scopo della traduzione giudiziaria è quello di dare veridicità alle prove fornite in sede legale.
In questo senso, la traduzione giudiziaria acquisisce anche lo status di traduzione giurata, ma solo per chi usufruisce della documentazione del procedimento legale, senza dover adempiere a tutte le formalità che una traduzione giurata deve presentare: la sola firma della traduzione è sufficiente. Deve essere accompagnata anche dagli originali.
Per questo motivo solitamente il traduttore giudiziario appartiene agli organi giudiziari o è un traduttore temporaneo nominato dal giudice.