Con i quarti di finale di Champions League ormai in vista, da esperti di traduzione e localizzazione ci è sembrato interessante dare un’occhiata alla comunicazione multilingue delle otto squadre ancora in corsa per il trofeo.
Trattandosi di tutti club blasonati e di fama internazionale, l’infrastruttura delle rispettive pagine web è progettata per andare incontro ai bisogni di un pubblico multilingue, con risultati in generale più che soddisfacenti. Durante la nostra disamina, comunque, non sono mancati spunti di analisi e qualche sorpresa, sia in senso positivo (estrema diversità ed efficacia di risposte alle necessità linguistiche) che negativo (mancanza o limitatezza di questi requisiti).
Le lingue scelte da ciascuna squadra sono quasi sempre un riflesso degli interessi commerciali della società in certi paesi. Questi interessi possono andare dal pubblico target del merchandising, a quello da raggiungere in virtù di determinati accordi televisivi, o ancora possono essere interessi “politici”, perché la società appartiene o è controllata da investitori stranieri.
Stiamo parlando di otto società fra le venti che, stando ai dati del Deloitte Money League 2021 (https://www2.deloitte.com/uk/en/pages/sports-business-group/articles/deloitte-football-money-league.html), generano un volume d’affari complessivo di oltre 8 miliardi di euro, quindi più che meritevoli di uno sguardo attento anche dal punto di vista commerciale e non solo sportivo.
Vediamo quali spunti possiamo ricavare, premurandoci di ordinare le squadre secondo gli accoppiamenti dei quarti di finale 2021.
Ultima formazione spagnola rimasta in corsa (il che è già di per sé una notizia), il Real Madrid è la squadra al primo posto del ranking di Forbes dedicato alle società calcistiche (https://www.forbes.com/soccer-valuations/list/#tab:overall) e al secondo posto della Deloitte Money League, con un valore stimato di 4,239 miliardi di dollari e un fatturato di quasi 700 milioni di euro. Una delle squadre più conosciute al mondo, è naturale aspettarsi molto da questo club in termini di comunicazione multilingue.
E i “galácticos” non tradiscono le aspettative, schierando ben nove versioni del proprio sito web: inglese, spagnolo, portoghese, francese, tedesco, arabo, indonesiano, mandarino e giapponese. Il Real è stato il vincitore della prima edizione della Champions League e se ne è aggiudicato il maggior numero, ben 13, ricoprendo stabilmente un ruolo da protagonista sin dalla nascita delle competizioni internazionali. In linea con questa natura di club storico, la scelta di lingue disponibili ci sembra la più tradizionale tra quelle prese in considerazione. Per il Real Madrid, come per molti altri club, il mercato asiatico riveste sempre più importanza; da qui la decisione di offrire i contenuti in una lingua, l’indonesiano, parlata come lingua madre da oltre 43 milioni di persone.
I “Reds” hanno alzato il trofeo solo due edizioni fa e, sebbene non siano nella loro forma migliore, compongono con il Real Madrid un quarto di finale di altissimo livello agonistico e… commerciale, tenendo conto del fatto che il Liverpool è l’ottava squadra del citato ranking Forbes, e la quinta secondo Deloitte.
Si può dire lo stesso della popolarità internazionale del club inglese, che ha però deciso di gestire la propria comunicazione multilingue in una modalità singolare e non convenzionale. Quello che salta all’occhio (almeno per un traduttore ormai assuefatto alle iconcine di scelta delle lingue…) è l’assenza dell’opzione di cambiare la lingua di visualizzazione direttamente dalla pagina web principale del club. Per trovare le versioni multilingui del sito, infatti, bisogna prima fare tappa su una pagina apposita chiamata “LFC Around the World”, che funge da hub e raccoglie tutte le opzioni web e social internazionali. A parte questo processo non del tutto intuitivo, una volta qui la varietà di scelte disponibili non lascia a desiderare, in quanto sono linkate quattro versioni del sito in lingua e ben dieci profili social internazionali.
Il “Man City” è sicuramente uno dei club capofila quando si tratta di comunicazione internazionale, con un sito tradotto in ben undici lingue e un profilo Twitter in tredici. Quello che può sorprendere di primo acchito (ma che non dovrebbe affatto stupire un esperto del settore) è che tra queste lingue troviamo solo quattro lingue “europee” (manca, per esempio, il tedesco), a cui si aggiungono il russo, l’arabo e cinque lingue strettamente asiatiche (mandarino, cantonese, tailandese, indonesiano, coreano), più altre due lingue dell’Estremo Oriente solo per il profilo Twitter (malese e giapponese).
Tra i club ancora in corsa, il “BVB”, dodicesimo nella classifica Deloitte e tredicesimo nella Forbes, è probabilmente la società con meno risonanza internazionale (non ce ne vogliano eventuali fedelissimi tra i nostri lettori), e ciò si riflette anche nell’architettura del sito.
Prima di tutto la pagina web del club è disponibile solo in inglese e in tedesco. Se questo può essere comprensibile e dovuto a una scelta in termini di pubblico target, quello che fa storcere il naso è piuttosto la difficoltà in cui l’utente si ritrova se vuole cambiare lingua, data la mancanza di un menu di scelta apposito.
È anche vero che basta entrare nello Shop per trovarsi un pop-up che invita a scegliere la valuta e la lingua: qui la scelta è molto più ampia, includendo inglese, francese, spagnolo, tedesco, cinese, giapponese e cinque diverse valute.
Le divisioni marketing di queste grandi squadre capiscono perfettamente l’importanza di offrire contenuti nella lingua dei tifosi, ma ancor più nella lingua dei potenziali acquirenti, categoria che potrebbe non coincidere con la prima; un ottimo spunto per tante realtà imprenditoriali che si muovono in contesti internazionali e devono tradurre i loro contenuti.
Ci rivediamo tra qualche giorno per la seconda parte dell’articolo, in cui esamineremo la comunicazione multilingue delle squadre che prenderanno parte agli ultimi due incontri nel tabellone dei quarti di finale.