Ci restano due incontri dei quarti di finale di Champions League da sviscerare dal punto di vista della comunicazione multilingue delle squadre.
Anche in questo caso, i nomi delle squadre in questione sono altisonanti, quindi prepariamoci a incontrare un’affascinante varietà di scelte e di proposte.
Il caso dei “Blues”, sebbene meno estremo di quello dei compatrioti del City trattato nell’articolo precedente , conferma appieno l’apertura del calcio inglese verso i mercati asiatici.
Il sito web del Chelsea FC, società al sesto posto della classifica Forbes e al numero otto di quella Deloitte, con un fatturato che si aggira sui 600 milioni di dollari, è non solo tradotto ma abilmente ottimizzato in sette lingue, tra cui figurano giapponese, mandarino, tailandese e indonesiano.
Per quanto riguarda la comunicazione più in generale, segnaliamo il forte accento posto sulle iniziative di carattere solidale e sociale, con le news dedicate alle iniziative “non for profit”, che trovano sempre spazio tra gli elementi più evidenziati sul sito. Le iniziative principali sono “Chelsea Foundation”, una fondazione dedicata a iniziative di beneficenza e aiuti materiali, e “Say No To…”, che si occupa di dare voce e risonanza alle iniquità di carattere più strettamente sociale come razzismo, antisemitismo e discriminazioni di genere.
Il Porto, o “dragões” (dragoni), è la principale squadra di calcio dell’omonima città portoghese, e si è qualificata agli ottavi di Champions di quest’anno eliminando a sorpresa la Juventus.
Il sito Internet del club è completamente trilingue, in portoghese, inglese e spagnolo, scelta tradizionale e, ci sembra, allineata con gli obiettivi di una realtà che a differenza dei colleghi britannici non ha ancora cominciato a puntare sui mercati d’oltreoceano. Non a caso il Porto non figura fra le prime venti squadre del ranking Forbes e neppure in quello Deloitte, essendo fra l’altro una della società più penalizzate dalla crisi sanitaria causata dalla COVID (vedi https://footballbenchmark.com/library/the_european_champions_report_2021).
Non possiamo tralasciare tuttavia una novità molto curiosa all’interno dell’iniziativa “Talent Development Online”, una serie di lezioni di calcio online impartite da professionisti dell’orbita del club e dedicate soprattutto a giovani aspiranti calciatori portoghesi. I portavoce del progetto hanno infatti appena annunciato il lancio di sessioni miste in cui si impartiranno vere e proprie lezioni di lingua inglese alternandole alle nozioni calcistiche.
Il “PSG” è di gran lunga la squadra francese con il maggior potenziale economico e sportivo, anche se questa supremazia risale a soli dieci anni fa, quando avvenne il passaggio di consegne alla proprietà attuale.
La comunicazione di portata internazionale ha tenuto il passo della crescita del livello competitivo, tanto che il sito è tradotto e funzionale in otto lingue. Tra queste, il caso più degno di nota è probabilmente quello dell’indonesiano, lingua poco esplorata fino a qualche anno fa, ma che ormai sembra essere balzata in cima alle priorità di quelle squadre che puntano forte sui mercati dei paesi in via di sviluppo.
Non poteva d’altronde mancare l’arabo, se pensiamo che il presidente operativo nonché capogruppo del maggiore azionista del club è Nasser Al-Khelaïfi, uno degli uomini più influenti del Qatar.
Sei volte vincitore della Champions League, campione in carica della competizione, trenta volte campione di Germania e con la trentunesima in vista: il club bavarese non è l’unico a proporre un gioco di altissimo livello in questo momento in Germania ma, grazie alla costanza di risultati e all’eccellente gestione manageriale che lo hanno sempre contraddistinto, è sicuramente la formazione tedesca che genera il maggiore seguito e interesse ai quattro angoli del mondo.
È infatti la terza società nel ranking Deloitte, con oltre 634 milioni di euro di volume d’affari, e la quarta nell’elenco Forbes – The Business Of Soccer, con un valore stimato di oltre 3 miliardi di dollari.
Dal punto di vista delle lingue, il sito del Bayern Monaco è forse quello che riserva le maggiori sorprese. La pagina web è infatti disponibile in nove diverse opzioni, ma tra queste si contano la distinzione tra inglese britannico e inglese statunitense (unico caso tra le otto squadre esaminate) e il poco conosciuto bavarese, una lingua significativamente diversa dal tedesco (anche se non si registrano parlanti di bavarese che non siano bilingui in tedesco standard) che tuttavia non ha riconoscimento ufficiale in Germania da parte del governo.
Sarà interessante vedere se al maggiore “successo” manageriale e comunicativo corrisponderà il successo sportivo in questi quarti di finale, o se anche quest’anno ci saranno sorprese e colpi di scena.
È davvero molto interessante osservare i dipartimenti marketing di queste società, le cui strategie di traduzione e localizzazione consentono loro di arrivare a un’enorme fascia di pubblico e di generare profitti considerevoli.
Non escludiamo di tornare ad analizzare più nel dettaglio le quattro formazioni semifinaliste fra qualche settimana, se vedremo che questo argomento interessa e coinvolge il nostro pubblico. Fatecelo sapere nei commenti qui sotto!