Nonostante la localizzazione di software, siti web e app sia sempre più diffusa, fra i committenti di traduzioni permangono ancora molti dubbi sulla vera natura di quest’attività.
In particolare, ci sono 4 “miti” a cui generalmente credono i professionisti che richiedono servizi di localizzazione a un’agenzia come la nostra, miti che vanno senz’altro sfatati.
Per chi non è del settore, la traduzione e le attività collaterali sono in un certo senso invisibili e poco conosciute. Nonostante da anni il settore si batta per guadagnare in trasparenza e visibilità, è la natura stessa del lavoro che rende la traduzione un po’ “oscura”: non a caso si dice sempre che la migliore traduzione è quella che non si nota.
Il primo mito è la convinzione che la localizzazione sia uguale alla traduzione. La localizzazione include la traduzione, ma non coincide con essa.
La localizzazione è infatti molto di più. Innanzitutto ci sono le questioni tecniche legate all’estrazione delle stringhe e al trattamento dei formati (Java, JavaScript, PHP, ASP, XML, HTML, ecc.). Poi, non meno importante, l’adattamento dei contenuti al pubblico d’arrivo: certe immagini o icone potrebbero non funzionare allo stesso modo in due culture diverse, solo per fare un esempio. Infine, la localizzazione quasi sempre necessita di strumenti e procedimenti complessi. E qui passiamo al secondo mito.
Il secondo mito è appunto credere che la localizzazione possa essere svolta da chiunque conosca una seconda lingua.
In realtà per localizzare software, siti o app sono necessarie conoscenze tecniche e gestionali che vanno al di là di quelle linguistiche. Non a caso le aziende che offrono questi servizi dispongono di team multidisciplinari in grado di affrontare tutte le sfide poste dai progetti di localizzazione: dall’esportazione dei contenuti traducibili, alla riformattazione e ricreazione degli elementi grafici, all’uso corretto dei programmi di localizzazione.
Il terzo mito è pensare che il costo della localizzazione sia soltanto legato al volume di parole del testo.
Per quanto il volume sia il fattore più rilevante, non bisogna sottovalutare il costo di tutte le altre fasi del processo: se si decide di usare un sistema in SaaS (come Transifex, Crowdin o simili), va considerato anche il costo mensile delle licenze per tutti gli utenti che vi devono accedere.
Un altro costo meno visibile è quello legato all’adattamento dei contenuti non testuali: se vanno ricreate immagini, icone o fotografie per il nuovo mercato, bisogna tener conto del costo di un grafico, di un fotografo o quantomeno dell’accesso a un sito di immagini di archivio di qualità.
Per finire, bisogna contare anche i costi legati al controllo qualità e al testing dell’app/del sito o software tradotto.
Il quarto e ultimo mito è pensare che i fornitori globali siano i migliori partner per chi vuole lanciare il proprio sito o la propria app in più lingue.
In realtà non esiste una regola scritta: ogni business deve trovare il fornitore ideale di servizi di localizzazione in base alle proprie esigenze. Un’agenzia internazionale di grandi dimensioni potrebbe avere una squadra più abituata a gestire progetti complessi, ma si rischia anche di scontrarsi con una certa complessità burocratica e molti livelli di responsabilità, per cui a volte non si ottengono risposte tempestive a problemi impellenti. Se ci si rivolge invece a una realtà meno stratificata, dove il rapporto con i responsabili del progetto è più diretto, se ne guadagna solitamente in flessibilità e immediatezza, attributi imprescindibili per la buona riuscita di un progetto di localizzazione.
In Arkadia, la flessibilità è uno dei nostri punti di forza. Se devi localizzare un sito, un’app o un programma informatico, contattaci senza esitazione.