Quando si parla di conflitti tra nazioni, spesso i riflettori sono puntati solamente sugli sviluppi della vicenda. Poco frequentemente ci si chiede come avvenga la mediazione tra le popolazioni entrate in contrasto e soprattutto chi sia ad occuparsi della comunicazione tra le due parti.
Ed è qui che entra in gioco la figura dell’interprete.
Dall’antico Egitto fino al ventunesimo secolo, chi ha ricoperto questo ruolo ha permesso di creare un dialogo tra popoli e merita di essere definito una colonna portante delle relazioni interculturali.
Partendo dall’antica Grecia, passando per la scoperta delle Americhe ai tempi di Cristoforo Colombo fino ad arrivare al processo di Norimberga, gli interpreti hanno sempre svolto un ruolo silenzioso ma essenziale e definitivo all’interno di ogni accordo.
Dalla seconda guerra mondiale in poi, la necessità di formare nuovi interpreti si è fatta sempre più forte così da diventare una vera e propria materia accademica, oggi alla base dei diversi tipi di interpretariato esistenti: simultanea, consecutiva, chuchotage.
Di particolare rilevanza, soprattutto in questi ultimi giorni, è la figura dell’interprete di guerra che incontra delle evidenti difficoltà dettate da molteplici fattori.
Una tra le prime è la mancanza di una tutela giuridica pensata specificatamente per il mestiere che svolge .
Altro aspetto problematico è legato all’imparzialità. All’interno di qualsiasi tipo di conflitto, l’interprete di guerra deve attenersi a tradurre in maniera oggettiva quello che sta avvenendo, senza mostrare alcun tipo di opinione riguardo la natura dell’argomento.
Ma trattandosi di un lavoro svolto da esseri umani, con sentimenti ed emozioni, non è sempre possibile riuscire ad astenersi.
Ne è un esempio l’interprete della tv tedesca Welt che, incaricata di tradurre in diretta il discorso del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla sua nazione, non è riuscita a trattenere la commozione ed è scoppiata in lacrime, rendendo palese la difficoltà e l’importanza di un lavoro che molto spesso viene considerato in maniera marginale o privo di difficoltà.
Arkadia Translation rimane vicina a tutti i colleghi coinvolti all’interno di questo conflitto, sostenendoli moralmente e capendo la difficoltà del loro ruolo in un periodo storico come quello che stiamo vivendo.