Quante volte abbiamo sentito parlare di Smart City e abbiamo pensato a qualcosa di futuristico e di molto lontano nel tempo? Beh, ci sbagliamo di grosso!
Durante l’incontro organizzato dalla Camera di commercio italo-tedesca “Smart Cities: Solutions for a sustainable living” a cui abbiamo partecipato in quanto Soci, si è discusso di questo tema ed è emerso che in Italia la “città intelligente” è una realtà, anche se per il momento confinata a sperimentazioni o rari esempi di eccellenza.
Ma cos’è una Smart City? Josef Nierling, Managing Director presso Porsche Consulting, ce ne ha dato una definizione:
“È un luogo dove i servizi e i network tradizionali sono potenziati grazie all’uso delle tecnologie digitali, portando benefici sia per i cittadini che per le aziende”.
Quindi è la città che mette al centro il cittadino e i suoi bisogni, garantendo maggior vivibilità e sostenendo l’importanza della relazione tra comunità.
La smart city non esiste senza i dati, i quali vengono sfruttati al massimo delle loro potenzialità solo quando i diversi attori in campo riescono a dialogare su un terreno comune, condividendo i propri dati tramite una piattaforma di integrazione che li renda interoperabili.
Della stessa idea è anche Andrea Roero, Chief Digital Officer di Fervo, che crede che grazie ai dati possiamo creare un’esperienza di vita cittadina migliore, valorizzando i servizi e facendone diminuire il costo per i cittadini.
Toni Purcaro, Executive Vice President di DEKRA Italia, ha sottolineato che nella raccolta dei dati ha un ruolo fondamentale l’Internet of Things e ha raccontato di alcune sperimentazioni in corso a Roma grazie alle quali si stanno testando degli strumenti intelligenti per gestire, ad esempio, la manutenzione delle strade.
Un altro esempio di Smart City già realizzata e perfettamente funzionante è il nuovo HQ di Siemens, di cui ci ha parlato Roberto Pagani, Head of BD Smart Infrastructure. L’azienda ha riqualificato un’area di 86.000mq, oggi in grado di autoprodurre tutta l’energia di cui ha bisogno, ricca di aree verdi, colonnine per la ricarica delle auto elettriche e biciclette a disposizione dei dipendenti.
Smart City è quindi sinonimo di Green City. Ne è convinto Paolo Viskanic che ha iniziato il suo speech con una domanda provocatoria: ”Se la Smart City si basa su strumenti intelligenti, cosa c’è di più intelligente di un albero?”.
Per lui, infatti, bisognerebbe iniziare a pensare agli spazi verdi non come elemento decorativo dei centri cittadini, ma come fattore fondante delle Smart Cities perché abbassano i livelli di CO2, rinfrescano l’aria e hanno effetti vantaggiosi sulla psiche e sulla salute.
Su questa scia, la sua azienda, R3gis, attraverso anni di sperimentazioni e studi, è riuscita a sviluppare un algoritmo in grado di calcolare il beneficio che ogni singola pianta può portare all’ambiente; inoltre dà informazioni sui fattori che possono influire sulla manutenzione delle aree verdi, come le allerte meteo. Attraverso un’integrazione dei dati, la piattaforma permette quindi alle amministrazioni di gestire gli spazi verdi in maniera più efficiente, incrementando la qualità della vita nella città.
Tecnologia, ambiente e persone sono dunque i pilastri su cui costruire le città intelligenti. Ognuno di noi può dare il proprio contributo creando sinergie con gli altri soggetti dell’ecosistema di cui facciamo parte, migliorando la vivibilità per se stessi e per gli altri.