Spesso, quando viaggiamo, ci capita di trovarci in mezzo a persone che parlano una lingua differente dalla nostra e forse non ci rendiamo conto di quanto il linguaggio influenzi come vediamo e sentiamo il mondo, condizionando la percezione delle altre culture ed il modo di esprimerci.
A sostegno di questa tesi, abbiamo preso in analisi le 5 lingue più strane del pianeta, non solo a livello linguistico ma anche per il modo nel quale vincolano il dialogo.
La prima è parlata da una piccola popolazione che risiede lungo un affluente del Rio delle Amazzoni, i Matsés. La loro particolarità è quella di non essere in grado di mentire perché sono obbligati a coniugare i verbi in relazione al modo in cui sono venuti a conoscenza dei fatti e se risalgono al passato presente o al passato remoto.
Un esempio: se chiedessimo ad un matsés quanti figli ha, risponderebbe dicendo “ce n’erano due l’ultima volta che ho controllato”.
La seconda è la lingua degli indiani Yanonami che possiedono un solo termine per indicare cugini e cognati e lo stesso vale per indicare i propri fratelli, i figli degli zii paterni e delle zie materne. La loro cultura impone loro di scegliere volta per volta se riferirsi al cugino come figlio di zia o di zio.
La terza appartiene ad una piccola popolazione di aborigeni australiani, il guugu yimithirr. La sua particolarità è sorprendente! Non esiste un’espressione spaziale assimilabile al nostro concetto di destra e sinistra, davanti e dietro. Questo popolo ricorre solamente ai punti cardinali!
La quarta è la più particolare ed evidenzia perfettamente come la lingua sia in grado di metterci (o in altri casi non metterci) nella condizione di farci capire. In un piccolo villaggio messicano abitano gli Tzeltal. Le uniche espressioni di direzione che utilizzano sono “in salita”, “in discesa”, “dall’altra parte”. Questo succede perché abitano su un versante di una catena montuosa che ha influenzato il loro modo di vedere il mondo.
La quinta, ed ultima, ci fa ritornare in un piccolo villaggio in Australia. Il gurr-goni prevede che la parola aeroplano sia compresa nel genere “verdura”. Come mai?
In un primo momento questa categoria fu estesa alle piante in generale, poi a tutti i tipi di legno e successivamente a tutte le canoe fatte di legno. Dato che le canoe per i gurr-goni sono il mezzo di trasporto per eccellenza, tutti i mezzi di trasporto sono entrati a far parte del genere verdure. In questo caso è la cultura ad aver modificato la percezione del mondo di questa popolazione, visto che è evidente che gli aeroplani non si possano mangiare!
Abbiamo avuto modo di capire come all’interno di ogni cultura ci sia un’influenza derivata soprattutto dalla lingua parlata che cambia la visione del mondo circostante e ne determina le credenze.
Arkadia Translations garantisce una comprensione totale del lavoro da svolgere tenendo in considerazione il luogo e la cultura dell’idioma che si trova a trattare.