Il 13 ottobre si celebra la giornata mondiale della vista, promossa dall’Agenzia Internazionale per la prevenzione della Cecità IAPB Italia.
Lo slogan scelto per l’edizione 2022 recita: “C’è solo un modo per vedere il futuro, fare prevenzione oggi”.
Proprio da qui nasce il nostro interesse nel parlare dei metodi utilizzati per facilitare le traduzioni in Braille, che riescono a connettere il nostro mondo con quello dei non vedenti.
L’alfabeto Braille è lo strumento di comunicazione scritta che ha permesso a milioni di ipovedenti di comunicare con la stessa efficacia dei normo-vedenti.
Si tratta di un alfabeto basato sul tatto e sulla combinazione di sei puntini in uno spazio rettangolare definito “ideale” avente la misura di un polpastrello.
Ma in cosa consiste un traduttore di Braille?
Si tratta di un programma informatico utilizzato per traslare un documento di testo alfabetico a uno composto da caratteri in Braille.
I software possono essere utilizzati per visualizzare l’output Braille sullo schermo del computer creando un file o inviarlo direttamente alla stampante Braille.
Navigando su Internet, è possibile trovare programmi completamente gratuiti che consentono all’utente di trasformare qualsiasi testo voglia tradurre, scegliendo tra diverse lingue e diversi formati.
Esistono alcuni programmi che riescono addirittura a tradurre in Braille i testi musicali. Molti di questi tipi di traduttori possono convertire musica strumentale e per pianoforte, canzoni con testi e persino partiture orchestrali.
Come per qualsiasi altro tipo di traduzione, a volte però i programmi automatizzati possono non bastare, rendendo necessario l’intervento umano. In questo caso il professionista deve padroneggiare con facilità l’alfabeto Braille di primo e secondo grado e deve tenere conto della sintassi, dei concetti che si vogliono trasmettere e del fine ultimo della comunicazione.
Pensa a quanto può risultare difficile trasformare un’immagine in una forma accessibile ad una persona non vedente…non ci si può improvvisare!